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Pressione differenziale alta: un segnale da non sottovalutare per la salute del cuore

  • Immagine del redattore: Rosanna Pilia, Health Life & Business Coach
    Rosanna Pilia, Health Life & Business Coach
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Quando si misura la pressione arteriosa, il medico o il farmacista comunica due numeri: il primo, più alto, rappresenta la pressione sistolica, ossia la forza con cui il cuore pompa il sangue nelle arterie; il secondo, più basso, è la pressione diastolica, ovvero la pressione nei vasi sanguigni quando il cuore è a riposo tra un battito e l’altro. Tuttavia, esiste un terzo valore, meno noto ma estremamente importante: la pressione differenziale, che corrisponde alla differenza tra sistolica e diastolica. Per esempio, una pressione di 120/80 mmHg ha una differenziale di 40 mmHg. Questo parametro, sebbene spesso trascurato, può fornire indicazioni preziose sullo stato di salute del nostro sistema cardiovascolare. Oggi vediamo di capire cos'è la Pressione differenziale alta: un segnale da non sottovalutare per la salute del cuore.


Capire se la pressione differenziale rientra in un intervallo normale è semplice. I valori fisiologici si collocano tra 40 e 60 mmHg. Quando si superano i 60 mmHg, si parla di pressione differenziale elevata. Questo dato non deve essere ignorato: può indicare una ridotta elasticità delle arterie o un sovraccarico del cuore e, nel tempo, può contribuire allo sviluppo di patologie importanti.

Per fare chiarezza sul contesto, è utile ricordare che si definisce pressione alta una misurazione superiore a 140/90 mmHg, mentre si parla di pressione bassa quando i valori scendono sotto 90/60 mmHg. Ma anche con una pressione arteriosa “nella norma”, una differenza troppo ampia tra sistolica e diastolica può rappresentare un rischio. Per esempio, un valore di 150/85 mmHg genera una differenziale di 65 mmHg, già oltre la soglia considerata sicura.


La pressione differenziale elevata è oggi riconosciuta dalla comunità scientifica come un marcatore di rischio cardiovascolare importante, soprattutto dopo i 60 anni. Diversi studi hanno evidenziato una connessione tra questo parametro e l’insorgenza di gravi condizioni. Ogni incremento di 10 mmHg nella pressione differenziale aumenta il rischio di infarto del 12%, e un valore superiore a 67 mmHg è associato a un incremento del 55% del rischio di insufficienza cardiaca. Anche il rischio di ictus sale progressivamente (tra il 5% e l’11% per ogni 10 mmHg in più), così come la possibilità di sviluppare fibrillazione atriale (+26% ogni 20 mmHg). Nei soggetti di sesso maschile, la pressione differenziale ampia può contribuire anche a problemi di disfunzione erettile, a causa della ridotta perfusione del tessuto penieno.


Le cause che portano a una pressione differenziale alta sono molteplici. Le più comuni includono l’aterosclerosi, che rende le arterie meno elastiche, l’ipertiroidismo, l’insufficienza aortica (una disfunzione della valvola cardiaca), l’anemia severa e il calo dei livelli di testosterone negli uomini anziani, che può influenzare la tonicità vascolare. In questi casi, il cuore deve lavorare di più per pompare il sangue, generando uno sbilanciamento pressorio.


Fortunatamente, esistono diverse strategie naturali e preventive per riportare la pressione differenziale a valori ottimali. La prima arma è l’attività fisica regolare, in particolare gli esercizi aerobici (camminate, bicicletta, nuoto) e i protocolli a intervalli (HIIT). Smettere di fumare, ridurre il consumo di alcol e moderare il sale nella dieta sono altre misure fondamentali. Inoltre, un riposo notturno adeguato, sia per durata che per qualità, aiuta a mantenere sotto controllo i valori pressori. In presenza di sovrappeso, anche un dimagrimento moderato (circa il 10% del peso corporeo) può portare a una riduzione significativa della pressione differenziale, fino al 9% in meno.


Anche l’alimentazione gioca un ruolo centrale. Alcuni alimenti aiutano in modo specifico la salute delle arterie. Tra questi, le barbabietole rosse (ricche di nitrati naturali), il cioccolato fondente con almeno il 70% di cacao, gli acidi grassi Omega-3 contenuti nel pesce azzurro e nei semi di lino, le verdure verdi ad alto contenuto di folati, la vitamina K e l’aglio invecchiato. Questi elementi possono essere assunti anche sotto forma di integratori, ma è sempre bene farlo sotto la guida di un professionista della salute, per evitare interazioni o eccessi.


Il monitoraggio della pressione differenziale dovrebbe entrare a far parte della routine di chi tiene alla propria salute cardiovascolare, soprattutto dopo i 50 anni. Se i valori risultano costantemente sopra i 60 mmHg, è importante confrontarsi con il medico, che potrà consigliare eventuali esami approfonditi e percorsi terapeutici su misura.


Oltre agli interventi medici tradizionali, è sempre più diffuso l’approccio integrato che unisce scienza, alimentazione e benessere emotivo. In questo contesto, il supporto di un naturopata con formazione in life coaching può rivelarsi particolarmente utile. Lavorare insieme a un professionista consente di impostare un piano alimentare personalizzato, individuare eventuali carenze o squilibri da correggere con l’integrazione, sostenere l’azione del fegato, che è centrale nella gestione dell’ipertensione, ma anche di agire su uno dei fattori più sottovalutati che influenzano la pressione: lo stress. Attraverso tecniche di respirazione, rilassamento, mindfulness e gestione delle emozioni, si può ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico, responsabile dell’aumento della pressione. In sintesi, prendersi cura della pressione differenziale significa prendersi cura della propria vita a 360 gradi. E farlo con una guida esperta può fare la differenza.

In sintesi: è un piccolo numero che dice molto

La pressione differenziale è un indicatore semplice ma potente dello stato di salute cardiovascolare. Non basta conoscere solo la “massima” e la “minima”: quel numero in mezzo può rivelare molto di più di quanto pensiamo. Ascoltarlo, monitorarlo e agire per correggerlo è un gesto concreto per prendersi cura del proprio cuore, oggi e per il futuro. Se hai spesso misurazioni con una pressione differenziale oltre i 60 mmHg, anche in assenza di pressione alta classica, è importante parlarne con il medico. Un controllo accurato può includere: ecografie cardiache e vascolari, esami del sangue per ormoni, anemia o infiammazioni, valutazione della funzionalità tiroidea.


Hai mai controllato la tua pressione differenziale? Condividi l’articolo con chi potrebbe averne bisogno!


Rosanna Pilia Naturopata, Health e Life Coach, Alessandria


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4 Comments

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Guest
5 giorni fa
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Utilissimo!

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Guest
5 giorni fa
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Grazie mille! Non conoscevo questo valore così importante!!!

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Caterina
5 giorni fa
Rated 5 out of 5 stars.

Grazie Rosanna per le tue preziosissime informazioni. Non conoscevo questo valore pressorio.

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Luisella
5 giorni fa
Rated 5 out of 5 stars.

caspita, tante informazioni utili che non conoscevo, grazie!

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